Chef Michael Silhavi, nella città dell'Arena il suo piccolo gioiello: "Filia"

di Marco Valeriani 😊

"Filia è cucina dinamica e fresca, sempre al passo con le stagionalità. Due menu in costante evoluzione, aggiornati mensilmente, sempre alla ricerca di nuovi accostamenti di sapore. Cinque sono i tavoli del ristorante, una coccola immersa in un’atmosfera avvolgente e rivitalizzante. Questo è quello che siamo. Pronti ad accogliervi sempre con il sorriso, come quello di un bimbo che sta facendo ciò che più gli piace fare”.

Michael Silhavi ha 36 anni, è veronese - ma con origini francesi - e nella città dell’Arena, dopo un lungo periodo trascorso al Ponte Pietra come Chef, ha deciso d’inaugurare, agli inizi del 2022, il suo piccolo gioiello: il Filia.

 
- Chef Michael Silhavi - 

Chi è Chef Silhavi?

Chef Silhavi è un sognatore, un uomo innamorato del suo lavoro che cerca di migliorare ogni giorno un po’ di più.

Cosa l’ha spinta a intraprendere questa professione tanto difficile e impegnativa, soprattutto in termini di energie personali?

Più che una spinta la mia è stata più una vocazione: diciamo che non ho mai valutato un’alternativa, cioè la possibilità di fare altro. Si è una professione impegnativa, ma se ti piace diventa tutto più facile.


Il suo giudizio, sintetico, sul modo di fare cucina nel nostro Paese?

È difficile dare un giudizio a riguardo, ci sono talmente tanti modi di farlo e tante correnti che non si può uniformare in un unico giudizio. Diciamo che tra prodotti e tradizione non abbiamo nulla da invidiare a nessuno.

Filiera corta e territorialità: un vantaggio o un limite per gli Chef?

Dipende da come s’interpreta la cosa e dai propri obbiettivi. Io personalmente prediligo lavorare con agricoltori/artigiani del mio territorio; però non mi dispiace introdurre qualche ingrediente più “lontano” per creare nuove ricette e nuove combinazioni.



Italiani ed europei, popolo di gourmet o semplici assaggiatori?

Girando l’Europa ho visto altri Paesi in cui la cultura di uscire al ristorante è più radicata, però non faccio nomi.

Le istituzioni - locali, regionali, nazionali - sostengono il lavoro dei professionisti, ambasciatori dell’eccellenza italiana a tutto tondo?

Noi abbiamo aperto a febbraio 2022 e di istituzioni non ne abbiamo viste; in futuro chi lo sa.


Chef e guide enogastronomiche: per alcuni necessarie, per altri utili ma non fondamentali. Agli scettici risponde?

Agli scettici dico che in 20 anni di lavoro non ho mai visto qualcuno pagare per entrare in una guida.

Dopo oltre due anni di pandemia, sul nostro Paese e sull’Europa si riverberano ora gli effetti di altre “calamità”: la guerra in Ucraina, il caro energia, l’aumento dei prezzi delle materie prime, l’incertezza legata al futuro occupazionale: siamo al capolinea?

Capolinea no dai, è un momento difficile - certo - però di sicuro ne usciremo. Bisogna aver fiducia e perseverare.



Sulla sua tavola non manca mai?

Il pane.

Cosa la infastidisce quando è al lavoro?

Le persone che non si impegnano.

Chef Silhavi in tre parole…

Creativo, testardo, ambizioso.

Se non fosse uno Chef oggi sarebbe?

Forse un disoccupato :)



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