"Ecco perché diciamo ancora grazie a Chef Enrico Mazzaroni, Stella Michelin 2023"
Prima di scrivere queste poche, sentite, parole abbiamo atteso che la "sbornia" da Stelle Michelin si affievolisse un po'. Lo diciamo apertamente e subito: ciò che andrete a leggere è il nostro omaggio - chiaro ed evidente - a Chef Enrico Mazzaroni, Stella Michelin 2023, de "Il Tiglio", a Isola San Biagio, nel comune di Montemonaco (Ascoli Piceno).
Il primo incontro con Chef Mazzaroni risale al 23 giugno 2021. A digiuno di tanta meraviglia, lo scenario dei Sibillini incanta in piena estate, e piuttosto preoccupati dal non sapere chi avremmo trovato dall'altra parte - dall'altro lato della barricata e nella veste d'intervistato - siamo saliti in quota decisi a farci raccontare la storia di un "piccolo genio in purezza".
Eravamo in tre, pronti ad ascoltarlo, ad assorbirlo nelle conoscenze. A cercare nei suoi pensieri un'originalità fuori dall'ordinario. Ebbene, quell'originalità scaturì dal primo approccio alla videocamera: "Chi è Enrico Mazzaroni? Un cuoco di montagna!". Ecco, per comporre l'articolo sarebbe bastata quell'unica, sola frase.
Tutto il resto avremmo potuto metterlo a contorno (pure a casaccio) senza aggiungere nulla alla pienezza dell'eloquio.
È stato emozionante camminare lungo le stradine di Isola San Biagio. Rivedere e rileggere - come a una moviola rovesciata - i terribili momenti del terremoto 2016. Accompagnati, nel silenzio, dalla voce di Chef Mazzaroni: ora scintillante e adamantina; ora più dolorante, triste, piena d'amarezza. È stato difficile vederlo aggirarsi tra quanto rimasto in piedi dopo il tremendo scossone del sisma. Sentirlo vibrare come una corda di violino, incapace nel nascondere qualche lacrima.
E poi, è stato esaltante ritrovarlo a tavola. O meglio, tra i tavoli del ristorante. Pazientemente attento ai particolari, sofficemente presente. Mai invadente. Mai sazio del contatto umano, dotto nelle citazioni, perfetto nell'apparire e nello scomparire (doti che a nostro modesto avviso fanno di lui un'anima d'una limpidezza e umiltà quasi stranianti).
E poi, ancora, è stato bellissimo osservarlo in cucina. Accanto alla brigata, ai collaboratori più fidati. In costante movimento; un pendolo dai mille occhi e con una profondità di riflessione incredibile.
Caro Chef, torniamo a dirti grazie del tempo condiviso assieme. Grazie per averci fatto assaporare - allora - i piatti di un menù, la cui più ardua definizione non riuscirebbe comunque a descriverlo. Grazie dell'ospitalità e della piacevolezza (possiamo ripeterci?) con cui ci hai accolti. Grazie del tuo lavoro incessante. Del tuo attaccamento alla terra d'origine. E al fatto - perdonaci - che non te la tiri!
La Stella che oggi è ricamata sul tuo petto - strameritata davvero - per tutti noi brilla più di qualsiasi cometa!
Marco Valeriani
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