Chef Agnese Loss, a soli 21 anni è tra le migliori emergenti d'Italia
di Marco Valeriani 😋
Giovanissima. In ascesa strepitosa. Vediamo di conoscere un po' più da vicino Chef Agnese Loss. Tra le migliori emergenti d'Italia e oggi al "timone" dell'Osteria Contemporanea a Gattinara, in provincia di Vercelli (Piemonte).
Chi è Chef Agnese Loss e da quale percorso di studi arriva?
Sono Agnese Loss, una ragazza di 21 anni, che ha intrapreso assieme a Davide, il mio compagno, un progetto ambizioso come l’apertura di un ristorante: un azzardo, oserei dire, al giorno d’oggi. Ho studiato al “Cfp Enaip di Tione di Trento”, scuola che mi ha formato a 360 gradi sul lavoro dei miei sogni: la cuoca.
Cosa l’ha spinta a intraprendere questa professione tanto difficile e impegnativa, soprattutto in termini di energie personali?
Ciò che mi spinge tuttora - come già accaduto in passato con la scelta del percorso di studi - è la passione. Sono convinta che senza passione non si possa intraprendere una strada così dura: sia in termini fisici sia mentali. Il lavoro del cuoco è molto usurante, viste le ore trascorse in cucina; ma anche a livello cerebrale, con la preparazione di menu, organizzazione di banchetti ed eventi.
Quanto l’affascina del lavoro e cosa, invece, non è piacevole come si può immaginare dall’esterno?
La cosa che mi affascina di più, è la continua evoluzione in cucina con tecniche nuove e ritorni al passato. Aspetti fondamentali, a mio avviso, per mantenere la mente e la creatività sempre attive. Purtroppo, come in tutto c’è il lato negativo. E in questo momento, secondo me, il problema principale è la mancanza di staff. Sempre più persone si allontanano dal nostro settore per via delle tante ore e della fatica che richiede una professione come quella legata al mondo ristorativo. Facendo si che i ristoranti chiudano oppure debbiano compiere un passo indietro.
Ha un modello di riferimento?
Sicuramente posso dire che la persona che tuttora mi trasmette di più, in ambito lavorativo, nonostante non ci lavori più insieme, è lo Chef Alberto Gipponi, Chef e Patron di “Dina” a Gussago. Credo che una persona cosi disponibile, creativa e geniale si trovi poche volte nella vita.
Il suo giudizio, sintetico, sul modo di fare ristorazione nel nostro Paese?
Come detto in precedenza, siamo in un momento storico critico per la ristorazione: sia per la mancanza di personale, ma anche perché, ahimé, stiamo subendo gli “errori” dei nostri predecessori. Nostro malgrado c’è stato un periodo in cui chiunque poteva aprire un ristorante: adesso ne stiamo risentendo.
Filiera corta e territorialità: un vantaggio o un limite per gli Chef?
Fare territorialità è una cosa positiva, però credo occorra una cura maniacale per ricercare i piccoli produttori più adatti a noi Chef. Io, ad esempio, ho trovato una riserva di caccia in zona che fornisce al bisogno dei volatili non disponibili nella grande distribuzione. Questo perché le carni sono succose e hanno il gusto “selvaggio”: caratteristica perduta ngli anni con l’arrivo dei grandi allevamenti intensivi.
Noi italiani siamo un popolo di gourmet o semplici assaggiatori?
Il popolo italiano è un popolo gourmet e a mio avviso ha il palato piu pronto di altre culture del mondo.
Degli Chef stranieri invidia...
Invidia non mi piace molto come parola. Però se posso dire cercherei un esempio in loro, come orari di lavoro e apertura mentale sia del cuoco sia del degustatore.
Chef e guide enogastronomiche: per alcuni necessarie, per altri utili ma non fondamentali. Agli scettici risponde?
Le guide sono utili a orientare il cliente nelle scelte del locale più adatto. Aggiungerei che l’ingresso in guida per un ristorante è un traguardo importante. Agli scettici direi che... consultare le guide è utile perché spesso cercando su internet può andare bene come male: consiglierei di utilizzarle quale consiglio. Poi le scelte vengono fatte comunque dal consumatore.
Lo sa che viene considerata tra le migliori Chef emergenti del nostro Paese? Le fa piacere saperlo?
Mi fa molto piacere che venga detto di me che sono una tra le migliori Chef emergenti d’Italia. Posso dire dalla mia parte che c’è ancora tanta strada da fare e tanto da migliorare.
Un piatto a cui non rinuncia mai a tavola?
Un mio confort food sono i canederli, piatto della mia terra, il Trentino. Quando torno per una visita non possono mai mancare in tavola.
Cosa la infastidisce in cucina?
Non ci sono molte cose a infastidirmi in cucina. Nonostante le difficolta è un lavoro che dà tante soddisfazioni che vanno ad “oscurare” gli elementi negativi.
Chef Agnese Loss in tre parole…
Tenace, minimalista, determinata.
Se non fosse una Chef oggi sarebbe?
Fatico ad immaginare la mia vita senza la cucina, non riuscirei mai a farne a meno.
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