Morciano di Romagna, al Falsariga tappa d'obbligo per scoprire il succulento Moragnolo

di Marco Valeriani - 

Morciano di Romagna, Valconca: un mercoledì sera a metà gennaio. Il Sigep "spinge forte" a Rimini e l'idea è quella di allontanarsi un po' dal traffico dell'Adriatica. 


Un'amica, nonché capacissima professionista della comunicazione, lancia la proposta di spostarsi nell'entroterra e mettere le gambe a riposo al "Falsariga", proprio nel centro storico. Non conosco nulla del locale, se non il fatto d'essere parecchio incuriosito dal piatto il cui nome è stato declinato dall'unione di Mora e Raviolo (in verità Cappellacci) e qui ribattezzato Moragnolo (ha tanto di marchio registrato). 

Ad accoglierci è Andrea Montanari: fisicità dei romagnoli e voce da doppiatore dei migliori action-movie americani. Vanta esperienza da vendere e sa come catturare l'attenzione. Ha trascorsi da albergatore e Chef nella Perla Verde. Il suo modello di ospitalità coniuga immediatezza e semplicità (ho detto semplicità, non faciloneria!). Niente di studiato o artefatto: c'è genuinità e gusto alla convivialità. 


- Tagliere di salumi di Mora Romagnola e formaggi Buon Pastore -

Conosce i produttori del territorio. Sceglie e mette in tavola quanto crede - a ragione - siano eccellenze. Piacciono i tavoli - nella tipologia utile a rendere fruibile lo spazio del giardino durante la stagione estiva - e piace l'atmosfera. Sarà la serata del mercoledì, sarà il desiderio di staccare il cervello ma la musica e le luci non invadenti ti portano in pace col mondo. Alle pareti spiccano le opere di Teresio Troll e Maurizio Rinaldi. Sembrano create apposta per il Falsariga e nate su quelle pareti; quasi simbiotiche all'arredamento senza eccessi e soprattutto di sicuro "acchiappo" emotivo. 


- Sua Maestà il Moragnolo - 

Andrea racconta delle ultime esperienze, compresa quella de La Porta dei Merli a San Clemente (oggi non esiste più all'interno della Torre Civica). A Morciano se la gioca con un paio di concorrenti diretti: a ben guardare credo che l'unico a potergli fare concorrenza sia proprio lui stesso. 

Scelgo il tagliere di salumi e formaggi con l'accompagnamento di una deliziosa composta di fichi (ne avrei ingurgitato un vasetto intero). I formaggi provengono dal Buon Pastore di Montefiore Conca: la qualità non si discute e al palato risultano impareggiabili. Anche per i salumi la proposta è azzeccata in pieno: Marco Migani da Rimini li fa buonissimi (la parte grassa è una nuvola dolce che si scioglie in bocca). 

In certe occasioni, come questa, il vino è un altro elemento determinante, fondamentale alla riuscita della cena.


Prediligo il Sangiovese, meglio se un po' "ignorante" (nel senso positivo del termine, s'intende). Ecco spuntare il Sangiovese Marignanum della Fattoria Poggio San Martino di San Giovanni in Marignano. Entusiasma e "sfrizzola il velopendulo". Non stona, non dà mal di testa, non risulta mai acido e aiuta l'eloquio. Insomma: è boom! 

Cambio di portata ed ecco sua Maestà il Moragnolo: Cappellacci di Mora Romagnola (suino allevato allo stato brado e semi-brado) burro e salvia, crema di squacquerone allo zafferano di Misano Adriatico (piccolissima produzione top) e cialde croccanti di Mora Romagnola. Tripudio di sapori e profumi: è gustoso, tosto: anzi tamugno. Eppure si lascia divorare senza batter ciglio! 


- Zafferano di Misano Adriatico - 

Sul dessert alzo le mani: la torta cremosa alle mele caramellate e panna alla noce moscata ci travolge/stravolge (stupenda). 

Concludiamo con un assaggio di torrone "avanzato" dal Natale: patapunfete, mi torna alla memoria quello che si mangiava di nascosto dalla mamma alle fiere di paese. 

Vogliamo il nome dello Chef per applaudirla/lo a scena aperta: ai fornelli c'è Chef Giulia Esposito - moglie di Andrea - che non conoscevamo e che da ora in poi diventerà, per noi e tantissimi altri, un punto di riferimento basilare della cucina territoriale. Complimenti davvero. Brava, brava, brava, brava. 


- Torta cremosa alle mele -

Prima del congedo, il colpo di teatro: dalla boccettina in vetro pesante scende nel bicchierino il liquore da fine pasto ottenuto lavorando le caramelle Rossana. Sì, proprio le caramelle arrotolate nella carta rossa e il nome stampigliato in oro. Wow: è il flash generazionale da ko. 

Ottimo il servizio. Cortese e rapido. La collaboratrice in sala sa distinguersi.

Sipario...

Qua torneremo presto!

Commenti

Visualizzazioni totali