Mondaino, l'antico Mulino che produce il formaggio di fossa omaggiando Leonardo e Dante

di Marco Valeriani - 

Salgo di rado - e me ne dolgo - verso la parte alta della Valconca. Specie dalle parti che costeggiano le vicine Marche. Questa volta però, rompendo gli indugi, ho chiamato al telefono l'amico Angelo Chiaretti - dal quale, nel recente passato, ho "rubato" la scintilla della ricerca archivistica - perché mi aiutasse a scrivere qualcosa d'interessante sul formaggio di fossa della Porta di Sotto; un antichissimo mulino collocato alla fine di via Roma nella parte più suggestiva e panoramica a Mondaino.


In un pomeriggio dall'aria parecchio pungente, ci siamo incontrati all'interno di questa meraviglia dell'architettura tardo duecentesca e che alle origini fu concepita quali carceri in aggiunta a quelle della Rocca (costruita dai mondainesi, non ancora dai Malatesti). 


Ne è uscita una chiacchierata dai toni intriganti e ricca d'altrettanti spunti preziosi: non ultimo il lungo accenno a Leonardo da Vinci e alla sua parentesi urbinate, dal 22 giugno al 30 luglio 1502, quando si mette al servizio di Cesare Borgia con l'incarico di verificare le rocche fra Marche e Romagna, già malatestiane, feltresche e sforzesche, ma all'epoca facenti parte del nuovo Ducato di Romagna, che il Valentino riceve in governo da papa Alessandro VI, il padre Rodrigo. Parentesi che potrebbe averlo portato a intervenire altresì sul Castello malatestiano di Mondaino, semidistrutto nel 1462 da Federico da Montefeltro (c'è però dell'altro che ora non sveliamo!).





- Leonardo da Vinci - 

"Prima del 1274 - racconta Angelo Chiaretti, già docente di Materie Letterarie, segretario della Federazione Europea di Paleontologia e Mineralogia, fondatore del Centro Studi Malatestiani di Rimini, fondatore e presidente del Centro Studi Danteschi San Gregorio in Conca - questa era un piazza d'armi annessa alla Porta di Sotto (Porta Montanara o Urbinate) che si distingueva dalla Porta di Sopra detta anche Porta Marina o Porta Rimini. 


Nel 1274, invece, il gran signore Teveruccio da Mondaino decide di utilizzare la piazza per costruirvi le nuove carceri. Trecento anni più tardi, è il 1585, perduto lo strategico ruolo militare del Castello, l'edificio finisce incredibilmente nelle mani della Compagnia di Gesù (Gesuiti), che sorprendentemente salgono su queste colline (povere di abitanti e risorse finanziarie, forse chiamati dal ricco Camillo Leali) e modificano l'edificio in convento (ai piani superiori) e frantoio oleario, dotandolo di tre grandi fosse granarie e casearie, pozzo, grandi vasche in marmo di Carrara, pista per le macine e somarello, cantina e altre interessanti suppellettili. 


Due secoli dopo, nel 1773, i Gesuiti vengono soppressi dalla Chiesa Romana da papa Clemente XIV, francescano e dunque nemico della Compagnia (da sottolineare che il giovane vestì l'abito minoritico proprio nel convento francescano di Monte Formosino a Mondaino). Con la soppressione, il fabbricato è affidato alla "Mano Morta" (all'asta) e acquistato da ricchi proprietari terrieri urbinati". 

La decadenza continua e così le "eccedenze" edilizie aumentano, fino alla trasformazione in magazzino per legname e officina meccanica. Nel 1998 l'edificio passa alla famiglia di Angelo Chiaretti, che lo libera di ogni orpello e lo riporta all'antico splendore, ponendovi la sede dell'importante Centro Studi Danteschi San Gregorio in Conca, da lui fondato. 


Nel 2000 il Mulino diventa azienda commerciale di prodotti tipici e per la produzione del celebre formaggio di fossa, favorendo anche la nascita di attività giovanili pastorizie. 

Oggi il Mulino, grazie a Michele ed Emanuele Chiaretti (figli di Angelo) "è diventato - dice ancora Angelo - un importante centro agroalimentare ed enogastronomico, in grado di richiamare turisti italiani e stranieri (soprattutto dalla Germania!) sulle nostre luminose colline e soddisfare le richieste d'entroterra da parte di quanti scelgono per le vacanze la vicina Riviera Romagnola".


- Angelo Chiaretti veste i panni di Dante  - 

In occasione di "Fossa, Tartufo e Venere", le due domeniche mondainesi dedicate alla conoscenza e alla degustazione di alcune eccellenze territoriali e non solo, nel tornare a far visita al Mulino e con la coincidenza dell'evento ho nuovamente indugiato a lungo al suo interno, proponendomi pure l'assaggio dei formaggi in vendita, suddivisi per gusto e preparazione e ben sporzionati a beneficio dei consumatori. Tra Evo di qualità, mieli e ogni altro ben di Dio - il Mulino è un autentico forziere riservato alle prelibatezze della tavola - ho scoperto il fossa ottenuto dal latte di capra e senza fiatare me ne sono assicurato un bel tocco! La fortuna ha voluto ritrovassi pure Angelo, questa volta impegnato a intrattenere gli ospiti-turisti indossando i panni del Sommo Poeta, Dante Alighieri.

Fate visita al Mulino, ne vale davvero la pena!





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