Storia o leggenda popolare? A San Giovanni in Marignano, Matteo Cantasale si è "inventato" il dolce Mangiatedeschi

di Marco Valeriani 😋 -

Ah, i marignanesi! Ne sanno una più del Diavolo! Di questa piccola storia - davvero interessante e curiosa - sono venuto a conoscenza parlando in libertà con i colleghi di San Giovanni in Marignano. 


Trattando del più e del meno, il discorso è caduto sulle reciproche passioni; a cominciare da quella per il buon cibo accompagnato da sostanziosi calici di corroborante Sangiovese. La golosità del sottoscritto però non è relegata ai soli piatti di pasta o ai secondi succulenti delle (poche) trattorie rimaste. E così, l’argomento è via via scivolato adagiandosi, pigramente, prima attorno alle tradizionali bontà zuccherate - le ciambelle fatte in case dalle nonne - poi indugiando accanto ai dolci al cucchiaio. 

“Hai mai assaggiato il Mangiatedeschi che qui a San Giovanni viene preparato da Matteo Cantasale all’Osteria Spacciodivino?”. 

Oh, Signur! No, la risposta è no. Non l’ho mai assaggiato. Eppure i frequentatori dell’osteria assicurano sia un’autentica prelibatezza da mettere in tavola almeno una volta. Magari a fine pasto o durante una rinfrancante merenda. Fatto sta che una volta davanti al computer, non ho resisto alla tentazione e dopo aver recuperato l’indirizzo email ho scritto a Cantasale. Il risultato dello scambio epistolare sta qui sotto. 


“Il dolce lo abbiamo chiamato La leggenda dei Mangiatedeschi. È una bavarese allo yogurt, servita con coulis di fragole e crumble di frolla al cacao. Non ha un legame storico con la leggenda che vuole raccontare, ma abbiamo voluto giocare con la sua presentazione, in modo che possa ricordare, scherzosamente, dei resti umani. Infatti lo serviamo assieme a dei biscottini a forma di ossa e per mangiarlo forniamo dei cucchiai a mo’ di pala. Qualche anno fa, essendo io un marignanese dalla nascita, volevo inserire in carta qualcosa di particolare e che allo stesso tempo fosse strettamente collegato al mio paese. Così mi è tornato in mente quando da piccolo sentivo spesso questa storia sul fatto che fossimo famosi per aver mangiato un tedesco. Ho fatto alcune ricerche ed effettivamente il racconto è stata documentata in almeno tre periodi differenti. I romagnoli sono famosi per il loro appetito gagliardo; ma veramente abbiamo mangiato un tedesco? Non lo sapremo mai, ma questo dessert vuole essere un pretesto simpatico per rammentare la leggenda che ci riguarda molto da vicino”.

Mangiatedeschi  - magna al tudesch in dialetto - è il modo dispregiativo con cui venivano scherniti gli abitanti di San Giovanni in Marignano dai loro vicini cattolichini (un po’ di ruggine nei secoli è rimasta…). L’origine di questo appellativo non ha nessuna testimonianza certa, ma come ogni leggenda degna di questo nome viene tramandata a voce ormai da sempre. Le storie di cannibalismo, infatti, era molto ricorrenti, narrate come favola popolare; e questo ha fatto sì che il fattaccio venisse collocato in epoche diverse fra loro.

Riassumiamo.

Nel 539 d.C. dopo anni di scontri feroci tra Goti e Bizantini, il nostro Paese è allo stremo. Procopio nel libro “Le storie” descrive gli avvenimenti occorsi a due donne, uniche superstiti, in un villaggio oltre Rimini, che prima ospitarono, poi uccisero e mangiarono ben 17 persone. Il 18° uomo si salvò per il rotto della cuffia, uccise le fameliche orchesse e narrò tutta la vicenda. Quel villaggio era forse San Giovanni in Marignano?

Il secondo fattaccio è collocato nel 1859. Un soldato austriaco pare avesse rivolto le proprie attenzioni, non ricambiate, a una ragazza del posto. I fratelli e il padre della giovinetta lo sorpresero mentre la stava molestando senza troppi complimenti. Morale: prima lo ammazzarono e poi lo misero al forno per banchettare insieme ad altri concittadini marignanesi. 

Ultimo atto: lo scenario è la Seconda Guerra Mondiale. Siamo nel 1944, sulla Linea Gotica Occidentale, quando un soldato tedesco in sella al suo cavallo, forse disertore perché in ritirata, cerca ospitalità per la notte nel paese. Il giorno successivo del soldato tedesco non si ha più alcuna notizie. C’è chi assicurava fosse ripartito all’alba e chi, di contro, rmagnificava di un’inusuale e abbondante presenza di carne nella macelleria del borgo segnato dai bombardamenti…

E voi, a quale credete delle tre leggende? Un bravo va comunque a Matteo!

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