Valentina Pecci e l'EVO della Valconca di Romagna: una vocazione dettata dall'eccellenza

di Marco Valeriani - 


In Valconca l’EVO - Extra Vergine di Oliva - ha radici profonde. Molto profonde. Radici robuste e “prepotenti”. In Valconca l’olio è un “fattore” che dà pregio alle comunità. Ne è espressione autentica. 


- La famiglia Pecci al completo - 


E, sempre oggi, c’è chi nell’olio investe sotto il profilo economico e dal punto di vista delle risorse umane. Circa una ventina d’anni fa, nel Riminese si contavano alcune esperienze legate alla promozione delle tipicità, vino e olio per primi, tutto sommato interessanti e portatrici di speranze. Poi, con la riorganizzazione degli enti locali qualcosa, purtroppo, è andato perduto. 


- Valentina Pecci - 


Quel gap, ferita ancora aperta e dolorosa, in piccola parte è stato colmato ma in buona percentuale dev’essere ancora recuperato. In Valconca, torniamo al nocciolo del nostro articolo, i produttori seri di EVO non mancano. Tutti espressione del territorio e tutti proiettati a dare sostanza a progettualità che meriterebbero maggiori investimenti dal versante pubblico (in altre Regioni quest’aspetto non si discute neppure, si fa e basta!).


La famiglia Pecci, le cui origini datano a un trascorso toscano ormai remoto, nell’antico borgo fortificato di Agello, comune di Sa Clemente, ha pazientemente costruito negli anni una propria riconoscibilità partendo dalla lavorazione delle colture principali: la vite e l’ulivo. La storia recente li ha visti “emigrare”, per ragioni professionali, da San Clemente a Morciano di Romagna: ai comandi del frantoio in cui la memoria fotografica svela ancora i genitori di Valentina, Loris e Manuel - mamma Antonietta e babbo Ezio - quando nell’oleificio, ora di patrimonio, erano occupati come eccellenti collaboratori degli allora proprietari. 



È a Morciano che incontriamo Valentina e Loris - di sfuggita abbiamo incrociato pure mamma Antonietta - intenti a trasformare le olive dell’ultima raccolta 2024. Valentina mi è stata presentata da una cara amica di San Clemente, Fiorella Tagliaboschi, per via di un suo incarico all’interno dell’associazione nazionale Donne dell’Olio. In tale frangente Valentina suscitò in me la curiosità di saperne di più circa il ruolo, ma poi la chiacchierata - quasi due ore trascorse tra il profumo inebriante dell’EVO - si è protratta ben oltre le attese e ha virato su tutt’altro argomento. 


Non starò qui a disquisire di EVO in senso professionale - non ne ho le competenze, ci mancherebbe - bensì proseguirò il racconto nel tracciare brevemente quanto, a livello emozionale, mi ha colpito del mondo che ruota attorno all’EVO. Primo elemento: la cordialità dell’accoglienza. Badate bene, in piena campagna olearia entrare in un frantoio e “congelare” per due ore uno dei protagonisti del lavoro in progress non è cosa così scontata. Al frantoio Pecci mi sono sentito subito a casa, benvenuto e non “sopportato” (anzi supportato). 

Secondo elemento: ho capito di quanta ignoranza sono portatore in fatto di olio e quanta poca informazione corretta circoli a proposito dell’EVO. 



- I bicchierini per la degustazione - 


Terzo elemento: Valentina, la mia tutor sempre sorridente (avrà pure lei le sue gatte da pelare ogni giorno, eppure il sorriso non le si spegne mai!) è un’autentica forza della natura. Dinamica, in moto perpetuo, travolgente e infaticabile, si era già premunita di preparare per il sottoscritto un tavolino con tanto di bicchierini: voleva farmi assaggiare più varietà d’olio e riuscire a destare in me profumi, aromi e sfumature di colore (dall’oro più tenue a salire) impensabili! Signori, nell’olio avreste mai pensato di riuscire a distinguere sentori netti e limpidi di carciofo?. Una guida perfetta, paziente e determinata a trasferire le sue molteplici conoscenze in modo coerente, semplice e immediato.


- Valentina e Loris Pecci - 


Quarto elemento: Valentina e la famiglia Pecci partecipano a eventi, iniziative, progetti benefici con lo stesso identico spirito e la medesima concentrazione del lavoro svolto day by day. Specie sul versante della partecipazione a manifestazioni di carattere benefico, l’impatto positivo è fuori discussione; tuttavia è la discrezione che li accompagna nel sostenerle a concettualizzare il loro tratto potente e distintivo. Non c’è bisogno della grancassa, piuttosto dell’essere componente cogente dei percorsi. 



Quinto elemento: come fai a non esaltarti quando Valentina ti spiega che dell’oliva non si butta nulla - sì, proprio come il maiale - fino ad arrivare all’utilizzo degli scarti di produzione in ambito eco-compatibile-energetico? Sesto aspetto: il gusto estetico. Bottiglie e grafica delle singole etichette - variopinte declinazioni a testimoniare il contenuto - stabiliscono un altro effetto empatico straordinario. La voglia di acquistare è sì dettata da regole di marketing collaudate e ben oliate, ma è, soprattutto in questo caso, un affidarsi al produttore che dopo aver incrociato e decodificato i tuoi gusti personali estrae dal cilindro la varietà più idonea al palato e alla pietanza messa in tavola (pesce, carne, verdure, zuppe). 


In questa girandola olfattiva, Valentina è la sapiente direttrice d’orchestra e tu l’ascolti meravigliato; avvolto nel cadenzare metal-ipnotico delle macchina impegnate a spremere la magia verde dell’EVO. 

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